“Io gioco interbase!”
E poco importa se quel papà non ha mai indossato un guantone in vita sua, se non sa come si gira
correttamente la mazza e se non è allenato, quello che conta è la voglia di esserci e quel sorriso stampato in
faccia che è già festa. È già una vittoria annunciata, comunque andranno le cose.
Genitori contro figli.
Un classico che piace sempre e che sempre merita di essere giocato, anche se il giorno dopo, per noi
genitori, il rischio di non riuscire ad alzarci dal letto potrebbe essere elevatissimo.
Ed è così che mercoledì 28 luglio, in via Budellungo, ognuno si è preso il suo posto sul diamante, mentre
l’ordine di battuta si è allungato all’infinito per consentire a tutte le mamme e ai tutti i papà di entrare nel
box e provare a battere.
Da una parte le ragazze e i ragazzi dell’under 12 dello Junior, forti e sbeffeggianti, sicuri di uscire dalla
partita da padroni incontrastati del campo.
Dall’altra gli agguerritissimi genitori, carichi come delle molle, convinti nel voler far bene e già proiettati
ai brindisi del dopopartita.
Per alcuni è la prima volta, per altri un emozionante ritorno sulla terra rossa, dopo venti anni o più di
fermo, per tutti un momento speciale, fatto di agonismo, ma soprattutto di complicità e tanta scanzonata
ironia.
Alle 18.30 la Gabelli, che per l’occasione ha ritirato fuori gambali, maschera e pettorina degli anni d’oro – si
vocifera autografati da Garibaldi in persona! – si è accovacciata dietro casa base con un’invidiabile
agilità e ha chiamato il gioco alla sua squadra e a una Claudia in grande forma e decisa a mandarci
tutti strike out.
In attacco sono partiti i genitori, portando subito a casa un punto e già dalla fine della prima ripresa si è
capito che si sarebbe giocato sul serio, senza esclusione di colpi!
Inutile fare una cronaca dettagliata della partita, basti solo dire che in prima base una mamma ha eliminano
con visibile soddisfazione la propria figlia, in terza base un papà ha fatto di tutto pur di impedire alla figlia di
fare punto, mentre le prese al volo, i gesti atletici e le rubate quasi non si contano.
5-4 per i figli.
È finita così gara 1, tra il sole ormai basso, gli sfottò su trigliceridi, acido lattico e colesterolo,
il tifo, gli abbracci e una voglia incredibile di giocare la rivincita, presto, il prima possibile.
Non so se sia stato un mercoledì da leoni, ma di sicuro è stato un mercoledì bello, di quelli destinati a
restare nella memoria, perché a giocare insieme si vince, sempre.
E allora ricordatevi che non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di
giocare.

 

Elisabetta Salvini